I) L’immagine degli scrittori e delle scrittrici. Può una scrittrice posare per foto ammiccanti e scrivere: “Seguimi” con l’occhiolino? Ogni quanto le è consentito farlo? Spero poco.
II) Lo scrittore, che per un vissuto ricco e un’anima profonda riesce a rivelare particolari nascosti della realtà, si deve differenziare o amalgamare con i dettami della società?
III) Lo scrittore e la scrittrice voi non li riconoscete dall’aspetto? Io da una faccia capisco molto, e non mi si venga a dire che è un pregiudizio. Il sesto senso è una categoria troppo sottovalutata.
IV) Uno scrittore è serio anche in mutande.
V) Per una scrittrice è più difficile dimostrare la sua appartenenza alla letteratura, perché i secoli di storia letteraria sottopongono lo studio e incoraggiano gli onori di autori maschi affermati. Quante donne abbiamo nelle nostre storie della letteratura italiana? 3 o 4? Per questa ragione, da una donna è sentito con più urgenza l’incarico di affidare anche alla sua immagine la serietà della sua scrittura, almeno per il momento.
VI) Lo scrittore e la scrittrice, di norma, si trovano bene e a proprio agio nei gruppi di intellettuali e di artisti, dove hanno più argomenti di conversazione da condividere, a meno che non subentrino invidie e rivalità.
VII) Lo scrittore e la scrittrice che hanno una certa morale non indossano maglie, pantaloni o abiti che sponsorizzino una marca immorale (come quasi tutte le marche lo sono, soprattutto quelle che sfruttano i bambini per fabbricare scarpe da ginnastica, a meno che quel tipo di scarpa sia necessario per problemi al ginocchio e via dicendo).
VIII) Gli scrittori sono persone normali. Nei loro eccessi e difetti, nella loro introspezione o estroversione, fanno errori e buone azioni come tutti. Nello stile di uno scrittore e di una scrittrice si rintracciano spesso tracce di snobismo, di estrema eleganza o di accurata trasandatezza. I vestiti scelti possono essere simili a quelli dei senzatetto o al contrario presentano indizi di estetismo. Tutto dipende dalle scelte poetiche dell’autore: è un autore religioso? è pudico? è un esteta?
IX) Lo scrittore e la scrittrice danno il meglio quando scrivono, e spesso scrivono in uno studio. Molti autori cercano il silenzio: Kafka, per questo motivo, amava scrivere di notte. E di notte di solito si sta in pigiama. Moravia scrisse Gli Indifferenti a letto, malato, in pigiama (?). Queste considerazioni ci spingono a dire che l’abbigliamento preferito dagli scrittori e dalle scrittrici è il…pigiama!
X) Abbiamo parlato di come si è vestito lo scrittore, di come si veste e di come vuole apparire. Ma lo scrittore, quando è serio, non si veste: si spoglia. L’immagine dello scrittore e della scrittrice è l’involucro trasparente di un’anima e di un tempo, ritagliati e incollati su pagine che rimangono nei secoli. Per questo, di tutti gli scrittori che ci sono stati, di tutte le scrittrici, ricorderemo forse un po’ il naso, lo sguardo perso, vispo, l’abbigliamento trasgressivo, ma ricorderemo più di tutto le loro nudità. Gli spazi fragili che rappresentano muscoli interni, cervelli, sentimenti, gli occhi acuti che sanno leggere il presente e rivelarlo, ai contemporanei e alle generazioni del futuro.
Ornella Spagnulo

Canova

Casorati