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22 martedì Set 2015
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in22 martedì Set 2015
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in06 domenica Set 2015
Posted Eventi culturali Roma
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27 giovedì Ago 2015
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Quest’estate verrà ricordata come l’estate senza vacanze. Un cane abbaia giù per strada e ora Daniele si è messo a parlare al telefono con il suo amico per decidere tattiche di gioco improbabili utili a sterminare tutto il resto del mondo in modo che loro due possano trionfare in un videogame… Come se non bastasse la lavastoviglie fa un rumore insopportabile.
Eppure quando ho iniziato a scrivere non volevo lamentarmi.
Comunque, avevamo un grande progetto: un viaggio in Puglia perché lui non la conosce. Piano piano le nostre aspettative di vacanza sono andate ridimensionandosi con l’esaurirsi dei soldi: prima dovevamo andare in un albergo, poi abbiamo optato per un b&b, alla fine ci aspettava un soggiorno in un posto di preti che per 30 euro a persona ti davano colazione e un pasto. Non sembrava male. Ci saremmo potuti girare la Puglia, avremmo fatto un tuffo nella Grotta della poesia – già m’immaginavo le fotografie –, poi avremmo visto Otranto sulle tracce dell’omonimo romanzo di Cotroneo e saremmo passati da Martina Franca in onore di Desiati, che al momento pare stia in Germania. Tappa inevitabile sarebbe stata la mia Taranto, mia e non mia, mia non fino in fondo, e lì finalmente avrei conosciuto la nuova zia, la seconda moglie dello zio Giovanni, detto Gianni. Mio padre aveva già suggerito alcuni ristoranti, certi amici molto simpatici ci aspettavano per un pranzo a casa loro, io stavo cercando gli eventi pugliesi più carini nel mese di settembre…
Dicono che una principessa facesse il bagno in quelle acque e che i poeti andassero lì a guardarla per prendere ispirazione… La Grotta della poesia.
Un frammento del mosaico immenso e misterioso all’interno della cattedrale di Otranto. Adamo ed Eva.
Poi abbiamo fatto due conti, ci sarei anche riuscita a sopravvivere alla vacanza, ma lui aveva paura di non farcela. E per non prosciugare tutte le risorse le vacanze tanto aspettate saranno dirottate verso la casa al paese dei suoi genitori, dove lui ha amici che conosce da quando è piccolo e io non so con chi parlare, esclusi gli alberi e i gatti.
Sotto sotto sono contenta, perché covo una stupida superstizione: che la mia regione natale mi porti sfortuna. La vacanza pugliese infatti era stata oggetto di dibattiti e ripensamenti, però mi sarei messa da parte volentieri di fronte al suo desiderio e alla fine, stuperstizione o no, mi sarebbe piaciuto ritornare.
Ah, dimenticavo: abbiamo fatto un weekend a Sperlonga, ma per dirla tutta abbiamo soggiornato a Lenola, che costava di meno. Siamo stati in spiaggia per circa due ore. E a cena abbiamo mangiato così bene che poi ho vomitato.
Ma il mondo sta ricominciando! Non c’è dubbio: è settembre! Tutti riiniziano a lavorare!
Io riesco solo a pensare a quanto avrò da studiare e spero di fare in tempo per la consegna della tesi di dottorato. Questo è l’ultimo anno.
Ornella Spagnulo
23 domenica Ago 2015
Posted Poesia
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Bonifacio Vincenzi ha pubblicato all’inizio dell’estate 2015 con LietoColle una raccolta di poesie intitolata Le bambine di Carroll.
Ho il piacere di presentarvi alcune poesie estratte dal libro.
La geografia degli archetipi
Ci sarebbe da aspettarsi altro
dalla geografia degli archetipi
più sentieri forse
meno legacci e misteri
meno intrighi sotto la cintura
Si aprono le caverne sacre
torna a stagliarsi il silenzio
e nei pericolosi sogni lucidi
delle bambine di Carroll
si fanno strani incontri
Sono perlopiù adulti
tipi strani e straniti,
davvero confondono l’accoglienza
con il profitto
il terrore con la libertà
Ci sarebbe da aspettarsi altro
dalla geografia degli archetipi
più sentieri forse
e un divincolarsi di fiamma
da un piano all’altro dell’essere
Mandrie
Il sonno è più religioso del risveglio
attratto dalla profondità
il veggente dagli occhi chiusi
parte in ricognizione
Ha un paesaggio interiore
da perlustrare
più di una sua immagine
da ricreare
Mandrie con bianche pastorelle
simili a miraggi
si muovono su verdissimi prati
dolcemente ondulanti
Sospira piano il vento
su quella strana pianura
nella magia del caso
e del ritorno
La gabbia oppressiva
Evitando l’equivoco totale
le panoramiche sul mondo
oscillano improvvise
Uno scarto rivela
un po’ del suo significato, orge
di immagini senza profondità
La folla dei significati
si fa cumulo,
allontana dall’essenza
Il futuro si modella
come una terribile gabbia
a maglie strette
17 lunedì Ago 2015
Posted Blog letterario
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Romana, di origini ebraiche, Elsa Morante, nata il 18 agosto 1912, ha contribuito a rivoluzionare la letteratura italiana del Novecento.
La sua concezione dell’uomo, della storia e della poesia ha dato profondità a testi in prosa e in versi che oggi ci aiutano a osservare il mondo.
La critica l’ha innalzata e poi demolita, ma per molti Elsa Morante è la più grande scrittrice del secolo appena concluso.
Il 12 settembre alle 21 la ricorderemo a Ostia, nello spazio della Biblioteca Elsa Morante sul pontile del lungomare dei Ravennati, insieme a Sandra Petrignani, Giuliana Zagra e Leonardo Bonetti.
Ecco alcuni miei contributi sull’autrice:
La Biblioteca Nazionale Centrale la ricorda con una bellissima stanza che ricostruisce l’officina di scrittura dell’attico in via dell’Oca 27.
Ornella Spagnulo
15 mercoledì Lug 2015
Posted Blog letterario
inIl blog Cronaca di una vita intima, che ormai ha una sua vita autonoma al di là della blogger, da domani sarà ufficialmente in ferie fino al 16 agosto!
Dove andrà? Magari in America Latina: Perù, Chile, oppure in India, per una vacanza all’insegna della spiritualità e della consapevolezza. O nella vicina Olanda, ricca d’arte, o in Francia, la terra del romanticismo. (Credo sia evidente, a questo punto, che la blogger non va da nessuna parte, almeno fino a settembre).
Se siete passati da qui per caso, quindi, anche voi esuli esistenziali senza vacanze, o siete lettori e lettrici abituali, ecco per voi una selezione dei post pubblicati durante questo anno scolastico già finito, che vorrei ricordare.
Libriamoci a Roma. Come è andata. Qui tiro le somme sulla mia esperienza di lettura in I, II, III media.
Recensione a The Wall sul blog The Obsidian Mirror. Un estratto dalla bella recensione fatta da un blogger a The Wall.
Casa Moravia. Racconto autobiografico ispirato alla visita dell’appartamento dello scrittore, lungotevere della Vittoria 1.
La stanza di Elsa Morante alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. L’allestimento con gli arredi di via dell’Oca 27.
Era il 21 marzo 2015 e Alda Merini avrebbe compiuto 84 anni. Resoconto dell’evento su Alda Merini da Mangiaparole il 21 marzo.
Cronaca di una convivenza. Sarebbe facilissimo. Un aggiornamento che fa parte dei racconti Cronaca di una convivenza.
E…
L’avvio e la perdizione, presentazione a Roma il 30 maggio alle 17. La prima presentazione dell’Avvio e la perdizione. Come scordarla?
L’avvio e la perdizione. Reading. Qui si può ascoltare la canzone Aurora boreale, basata sull’omonima poesia (musiche di Giuseppe Dolce, parole di Ornella Spagnulo).
Buone vacanze
Ornella Spagnulo
11 sabato Lug 2015
Posted Poesia
inSola come
Sola come
un pezzo di pane,
come una bambola,
un piatto da mangiare.
Dimenticata
come un refuso,
come un albero,
un gesto inconcluso.
Indaffarata
come la rugiada
che si posa perché
non ha altro da fare.
Stanca di amare
come chi non ha amato
e si trova deluso
se il suo inganno è fallito.
Cieca all’affetto
come un difetto
che continua a ferire
l’affetto altrui.
Sola è chi merita di essere sola?
Come un barbone, come un malato,
come una strega malata d’amore,
come un vampiro, come un bambino,
come una suora e un assassino.
Dalla raccolta L’avvio e la perdizione di Ornella Spagnulo, Sillabe di Sale, 2015.
Potete leggere qui una mia lettera delirante ai lettori, pubblicata dal blog Anima di carta, che ha animato un certo dibattito i giorni scorsi.
Il libro L’avvio e la perdizione è disponibile sul sito dell’editore (sembra che della prima edizione al momento siano rimaste solo 3 copie).
Ornella
01 mercoledì Lug 2015
Posted Blog letterario
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C. DAMIANI, Ode al Monte Soratte, Monterotondo, Fuorilinea, 2015.
Cè qualcosa che si può chiedere a questo libro e che non si può pretendere da tutti i libri: la pace interiore, l’armonia, la riconciliazione con la natura. Ode al Monte Soratte è una raccolta di versi provocatoria per il mondo in cui viviamo: Claudio Damiani infatti non canta né l’apologia del traffico, né la funzionalità degli elettrodomestici, né le formidabili innovazioni dei pc e nemmeno l’efficacia dei telefonini intelligenti… «Per lui i luoghi sono esseri viventi, come persone, con un loro carattere, un loro modo di essere, di comportarsi, di pensare. E con loro dialoga»: lo leggiamo nella sua breve biografia all’inizio del volume. Ma si allude a un certo tipo di luoghi molto ristretto (eppure infinito): i luoghi naturali.
Sono due i riferimenti che saltano subito alla mente per quanto sono espliciti nel testo. Questa Ode al Monte di Damiani ricorda da vicino il Cantico delle Creature di San Francesco e la lettera al Monte Ventoso di Petrarca (non a caso, il dialogo Quadrara delle Aquile ha come interlocutori proprio un Francesco e una Laura). Credo quindi che il titolo del libro potrebbe essere esteso con l’inserimento di un aggettivo che lo connoterebbe con fedeltà: Ode francescana al Monte Soratte. L’attributo si riferirebbe sia allo stile povero e semplice, sia al contenuto mistico, che non è in secondo piano e inneggia a un recupero del rapporto con la natura e i suoi elementi, come già quel famoso cristiano che un giorno decise di dare via gli abiti di famiglia e prese a parlare con gli animali, riuscendo a muovere a compassione perfino il papa. Claudio Damiani sembrerebbe seguire alla lettera quel Cantico delle Creature, se non fosse per un particolare. Il Sole, che in Francesco simboleggia l’Altissimo, il primo tra i fratelli (a cui seguono a ruota sora Luna e le stelle, frate Vento, sor’Acqua, frate Focu e matre Terra) è qui sostituito dal Monte. Fra tutte le creature, infatti, il poeta Damiani, che vive ai piedi del Soratte dal 2006, canta la montagna, il luogo naturale più vicino al cielo.
Volendo intraprendere un’interpretazione psicoanalitica, possiamo partire dalla semplice constatazione che il sole in Freud e in Jung rappresenta il padre e la sua presenza così forte nel componimento di San Francesco si spiega bene: Francesco cercava soprattutto il padre, o meglio il Padre, per questo aveva affidato al Sole un ruolo primario fra tutte le creature. Ma nelle liriche di Claudio Damiani, nell’Ode al Monte Soratte in particolare, la montagna sostituisce di fatto il sole. Che cos’è, allora, questa montagna? Sigmund Freud fu un grande estimatore delle montagne: amava passeggiare a lungo d’estate per contemplare i paesaggi dalle Alpi (spesso proprio dall’Italia). Il suo imperativo di salire sulle montagne e mangiare le fragole, scritto in una lettera a un amico, è rimasto impresso come un invito ad astrarsi dal mondo per dedicarsi al piacere dopo una faticosa scalata. I significati della montagna possono essere molteplici: già nelle Sacre Scritture questo elemento paesaggistico assumeva ora la sede della dimora del Signore, ora le caratteristiche della malvagità. In Claudio Damiani il monte è quasi un soggetto da sfidare: «Tu te ne stai sopra e troneggi / ma io vengo fin lassù, cosa credi!». La montagna però corrisponde anche alla conoscenza del mondo, alla pienezza del tutto che si può raggiungere solo da una vetta, da lontano, dall’alto: «Tu vuoi farmi vedere tutto, sei come un bambino / e vuoi raccontarmi la tua storia». E in questo riferimento preciso alla storia della montagna si aggiunge un elemento metapoetico.
Ci possono essere senz’altro dei pericoli nei percorsi fino in cima: «Io avevo un po’ paura delle vipere / per la stagione e le erbe troppo alte / così abbiamo battuto la terra prima per allontanarle». Del resto, il monte non è perfetto: ha visto anche il passaggio delle streghe e dei briganti! Ma in queste pagine, come nel rapporto psicoanalitico, l’individuo sul sentiero è solo con se stesso e può essere attraversato da una fatica paralizzante: «Facevo molta fatica. Mi sono fermato / e mi sono seduto / in mezzo al sentiero, / tanto, ho pensato, / su questo sentiero / cammino solo io / non intralcerò la strada /a nessun altro» (straordinariamente novecentesco, qui, si avverte l’impasse per cui sembra che l’io poetico ammetta di poter intralciare la strada a se stesso: «non intralcerò la strada / a nessun altro»).
La montagna è la sede delle difficoltà da superare per arrivare fino all’ultimo tratto da scalare e rilassarsi, da soli o in compagnia, osservando il paesaggio celeste o terreno, con il cervello iperossigenato e i muscoli stanchi: via dai rumori, via dagli obblighi, via dalle incomprensioni. Si ha l’impressione, a tratti, che l’io poetico sperimenti un’identificazione con il monte stesso, una fuga da una condizione umana fragile e insoddisfatta: «Avrei voluto capire di più / e essere più amato, essere più capito / io stesso». Sono svariati i riferimenti all’infanzia come a uno stato di purezza e meraviglia, recuperabile solo con un concreto sforzo.
L’altro riferimento evidente dell’Ode al Monte di Claudio Damiani è la lettera al Ventoso di Francesco Petrarca, indirizzata al monaco Dionigi da Borgo San Sepolcro, che aveva regalato al poeta le Confessioni di Sant’Agostino. Anche qui, una montagna da scalare, anche qui, frequenti difficoltà che però non portavano a mollare la presa, ma a proseguire fino alla vetta. In entrambi i casi è una scalata che avviene con un familiare: Francesco Petrarca saliva sulle altezze insieme al fratello Gherardo, ben più sicuro di lui, Claudio Damiani invece si fa accompagnare dal figlio Antonio, di cui, grazie alla Nota che chiude la raccolta, conosciamo l’età attuale (12 anni) e l’età dell’epoca (al tempo della scrittura della poesia ne aveva 7). Il tema religioso appare chiarissimo nel verso conclusivo, in cui il soggetto si sente il bambino nel quadro Madonna Litta di Leonardo, come se non fosse sul monte nel ruolo di padre che accompagna un figlio, ma come figlio a sua volta.
Il dialogo Quadrara delle Aquile era già uscito nel libro-catalogo di Giuseppe Salvatori, Diomira, 1978-2006 (Galleria d’arte Marchetti, 2006). Si tratta di un dialogo sulle montagne, sugli alberi, sugli uccellini, si tratta di sospensione senza il senso delle vertigini perché sul monte ci si sente leggeri come angeli. Di nuovo un timido richiamo a San Francesco: «Le erbe erano umili», mentre due pagine più avanti Francesco viene finalmente nominato: si parla della necessaria sopportazione delle formiche, che subito saltano addosso quando si è sdraiati sull’erba. Occorre sopportarle seguendo l’esempio: «San Francesco negli ultimi giorni di vita aveva quel tormento dei topi, che lo infastidivano continuamente. Ma lui doveva sopportare».
Doveroso, alla fine, è spendere almeno due parole sulle meravigliose illustrazioni di Giuseppe Salvatori, non perché due parole bastino, ma perché chi scrive questa recensione non si intende particolarmente di storia dell’arte contemporanea. A ogni modo, i disegni neri che affiancano i testi di Damiani presentano stretti richiami con le macchie di Rorschach, il test finalizzato a scoprire la personalità degli individui attraverso associazioni a partire da macchie simili alle illustrazioni di Salvatori. Forse perché le montagne ci aiutano a scoprire noi stessi?
Ornella Spagnulo
La recensione si trova all’interno della rivista letteraria “In Limine”, 2015, n. 11.
Il pdf è qui: Ode Monte Soratte Damiani.
(In questa versione online, per comodità, ho eliminato le note).
26 venerdì Giu 2015
Posted Poesia
inUn magone dentro
Avevo un magone dentro
si è defilato prendendo il bus:
era il numero 1800,
uno di troppo
nella mia memoria,
che segna e che sogna
la Rivoluzione francese
e russa,
i moti dei carbonari
e la Comune proletaria.
A che ora è suonata la tua sveglia stamani?
La mia è ferma all’età del paleolitico
in questo 2015 scarlatto.
Ornella Spagnulo
Gli ideali in passato per un periodo mi hanno ingabbiato. Ma la libertà dagli ideali (e non degli ideali) può risultare (cinicamente) un traguardo inaspettato.
Sconto per i lettori del blog: scrivetemi a ornella82@msn.com e vi invierò un codice da inserire nel sito dell’editore, www.sillabedisale.it, per ottenere una riduzione del 15% sul prezzo del libro.
22 lunedì Giu 2015
Posted Poesia
inSolo poche parole, stasera, per condividere con voi questo breve video girato durante il reading dell’Avvio e la perdizione lo scorso 13 giugno, nella libreria Mangiaparole insieme a Giuseppe Dolce.
Naturalmente, se vi piace spendete almeno due secondi per regalarci il vostro like su Youtube. E se vi piace molto (magari), allora prendete tutto il libro a 13 euro e 50 centesimi. Per acquistarlo, seguite questo link. Il sito della casa editrice è fresco fresco di cambiamenti!
Sono tempi duri per la poesia…
Buonanotte, cari lettori e lettrici.
Ornella Spagnulo
19 venerdì Giu 2015
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Non vorrei raccontare anche questo, ma tornando in macchina dalla biblioteca mi sono scritta in testa questo post e dunque merita un suo posto nel mondo. Se me lo merito io, se lo merita anche lui.
Allora, non è per vanagloria (oggi parlo in accademichese), ma devo descrivere anche le circostanze del preambolo. (È curioso: in questo momento ho pensato che adesso, scrivendo quello che a lui, Daniele, ho già sussurrato ieri sera prima di dormire in uno sfogo da ragazzina insicura, una lamentela insomma — risolvendo in parte, in buona parte, quel dubbio che mi si era insinuato su per la clavicola fino al collo, dentro al cervello — potrei un’altra volta, ma con più convinzione, fargli capire il mio stato psichico in relazione all’accaduto. Mi serve scrivere, that’s all, e che lo sappiano tutti quelli e quelle che hanno interpretato male le mie richieste di chiarificazione nero su bianco, e non a voce! Se vi volete rapportare al mio mondo, dovete passare anche attraverso la scrittura e il suo vaglio, ve lo dico).
Interminabile parentesi chiusa, quella sera c’era stata la seconda presentazione della mia raccolta di poesie, L’avvio e la perdizione, con un musicista di rilievo, Giuseppe Dolce, ad accompagnarmi, e alcuni timidi amici e amiche, che però alla fine si sono affannati con tante domande restituendomi un clima più umano, perché a parlare da sola le loro facce mi erano sembrate tutte perplesse e giudicanti, quando magari non lo erano.
Tra le spettatrici c’era un’amica di mamma, N., fra l’altro già mia lettrice (apprezzò molto la monografia su Isabel Allende). Anche lei con le sue domande e con i suoi suggerimenti, ma più degli altri generosa nei commenti positivi a fine evento: entusiasta. E si capiva che lo diceva sul serio! Siamo andati a cena a casa dei miei genitori in cinque, Daniele, io, N., mamma e papà. N. è sposata ma suo marito non c’era. Il mio momento era finito e così ci eravamo messi a parlare del più e del meno, più del meno che del più. N. a un certo punto ha chiesto, sapendo della convivenza: “Chi di voi fa le pulizie in casa?”. E io, come al solito smoderatamente sincera: “Nessuno!”. La verità è che ora faccio qualche pulizia da sola, prima mi aiutava la signora che pagavo 8 euro l’ora per 3 ore una volta a settimana (non era una grossa spesa ma ho dovuto tagliare anche quella). Non è che la casa brilli, ma nemmeno fa schifo. Daniele mi aiuta quando ci sono gli ospiti suoi amici, è l’unica maniera per coinvolgerlo. A ritmo incalzante, mi è piovuta contro un’altra domanda subito (in sé neanche pericolosa): “Cosa cucini?”. Quando parlo, posso apparire sicurissima o no. In quella situazione, arrancavo cercando di elencare i miei menu: salmone al forno, pollo alla piastra… Considerando che ho quasi smesso di cucinare i primi in vista delle nostre pance sempre più materne, preparo spesso verdure e insalata. “Insomma, non prepari mai primo, secondo e contorno?”. In effetti, no. O primo o secondo, e/o contorno.
Sono ritornata quella sera sentendomi giù di morale. Forse non sono abbastanza una donna, come quelle che si prendono cura dei mariti, che li coccolano con il cibo, che fanno trovare tutte le stoviglie sbrilluccicanti, asciugate con il panno a mano una per una? Però scrivo poesie!
Queste domande mi sono rituonate dentro, generando sensi di colpa e disistima diffusa. Ma Daniele dice che cucino bene e non si lamenta per la casa. Non tocca livelli preoccupanti, no. Un po’ di disordine.
Mi piacerebbe — ecco la mia vendetta, non verso N. assolutamente, ma verso questa società — mi piacerebbe chiedere alle altre donne:
“Tu leggi mai a tuo marito dei passaggi da un romanzo che stai leggendo, oppure delle poesie?”
e ancora: “Gli scrivi mai bigliettini e lettere a cui reagisce con gioia estrema?”
“Gli organizzi mai le cacce al tesoro in casa?”.
“Gli gratti la schiena per mezz’ora tutte le sere o quasi?”
“Gli scrivi delle amorose dediche sui libri che ti pubblicano?”.
Forse no: almeno tre su cinque no… dai, siate sincere!
Così, ecco vi potrò rispondere. Con altre domande. Io sono così. Sarei, sulla carta. Di persona, mi intimidisco e mi umilio per voi. Ma va bene. Sono fatta così.
Ornella Spagnulo
16 martedì Giu 2015
Posted Eventi culturali Roma
inIl Palco delle Valli di Roma organizza un corso di scrittura creativa nei mesi di giugno e luglio.
Martedì prossimo 23 giugno alle 19:30 ci sarà la presentazione del corso in via Valsavaranche 87 (a un quarto d’ora a piedi dalla fermata Conca d’Oro, metro B).
Parleremo di ispirazione, di racconti, di stile, di come si crea e si gestisce un blog e di come orientarsi nel mercato editoriale.
(L’insegnante, cioè io, è a sua volta reduce di un lungo corso di scrittura creativa: la Luiss Writing School, un master di due anni).
Per informazioni: telefono 333.9175717 – email info@ilpalcodellevalli.com.
09 martedì Giu 2015
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Il libro è uscito da quasi un mese ma poverino è stato presentato solo una volta, per cui vado in giro come se non fosse niente. Le notizie però viaggiano veloci e qualcuno già mi presenta come una poetessa basandosi sulla fiducia, e a me non dà fastidio, anzi. Ho come un’ansia, la paura e la voglia di cambiare tutti i mesi e gli anni di anticamera e di scrittura privata con qualcosa di più luminoso. Per andare via da pensieri simili, il weekend scorso siamo stati ad Assisi.
Appena arrivata ho ribattezzato questo luogo la mia seconda patria, lodando la città di San Francesco, la patria della pace gemellata con San Francisco, Betlemme e Santiago di Compostela. Avvicinarsi ai luoghi sacri – la tomba, l’eremo, la Porziuncola – ha certo allontanato tutti quei fantasmi (l’avvio e la perdizione: l’avvio di cosa? E la perdizione verso dove? So le risposte ma sono troppo timida per volerle dire). Ma non mi ha risolto. Partendo, sono stata presa da alcuni demoni. Forse, perché il mio io non se ne voleva andare più.
La stanza era piccolissima e mi piaceva così. Il ristorante chiudeva la cucina alle 21:30, come se fossimo in un monastero meno rigido degli altri (o in un ristorante dagli orari assurdi). Sembra che il popolo di Assisi non metta molta cura nella preparazione dei piatti. A parte gli affettati, i salumi e i tartufi, la pasta era tremendamente scotta, la panna ovunque e i dolci così tanto dolci da farti sentire in palese colpa per averli scelti. Io, peccatrice come Ciacco.
Eppure, tutto quello che avevo chiesto a questa vacanza si è avverato. Per due giorni non ho pensato al libro, per due giorni mi sono sentita in nascita e ritrovata. Il punto più bello è stato l’Eremo delle Carceri, con la scritta “Silenzio. Rispetto. Decoro.”
Vorrei portare un po’ di decoro nella mia vita, ma venti, acque agitate, nervi tesi la perturbano: non sono arresa, sono solo impreparata. Torneremo nell’armonia francescana, ad Assisi. Prima, non mi resta che provare a fare tesoro della pace mentale appendendo in salone una delle sue preghiere e nell’ingresso la scritta “Pace e bene” su una mattonella colorata. Che sia preghiera e comandamento.
INVITO
Mangiaparole sta a pochi passi dalla fermata della metro A Furio Camillo, a Roma.
Ci sarà Giuseppe Dolce, cantautore, ci sarò io, se tutto va bene, ci sarà un piccolo aperitivo, ci sarà Mangiaparole, questo caffè letterario romano, ci sarete voi? Sabato 13 giugno dalle 20 in poi: reading poetico e musica.
Ornella Spagnulo
02 martedì Giu 2015
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inSabato 20 giugno se vi volete divertire senza sensi di colpa, anzi, facendo del bene, c’è questo appuntamento con il Mondial Party sotto le stelle, arrivato alla sua quarta edizione. L’indirizzo è via Renato Caccioppoli 100, Roma.
Quest’anno l’evento si realizza insieme alla cooperativa Mag Roma, con degustazione di diverse specialità e con lo straordinario concerto della Piccola Orchestra di Musica Popolare Canto d’Inizio.
Io ci sono stata un paio di volte e vi assicuro che ci si diverte. Spero di poterci andare anche quest’anno.
Pizzicarms è un’associazione seria che riscatta i bambini soldato. Questo è il loro sito.
Ornella Spagnulo