Un mio sonetto per le “Lodi del corpo maschile”, iniziativa ideata da Giulio Mozzi. Non potevo che elogiare il cervello.
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Al tuo cervello io vorrei parlare,
cervello sano, nudo, essenziale,
perché a me manca quel tuo ragionare
così risolto, liscio, elementare.
Materia grigia, la parte più nascosta,
che è benedetta a partire dalla culla.
Il tuo cervello non va dall’analista
a ricordare un passato burrascoso.
Caro il mio amore, ragazzo intelligente,
con te a trent’anni ritrovo l’equilibrio,
la tua salute mi sazia anche la bocca.
È il tuo cervello, amore, che mi tocca,
perché risana la parte mia peggiore.
Col tuo cervello io faccio l’amore.